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Workshop Cultura Digitalizzata 2020

Il valore dell’Heritage per le imprese: patrimonio, cultura aziendale, archivio storico, digitalizzazione

Trascrizione dell’audio

Io rappresento Magnetic Media Network, azienda che vi ha messo a disposizione 4 degli oggetti che avete avuto modo di toccare con mano. 

Oggi tratteremo della storia, termine che in inglese si traduce con “History” e con “Heritage”, sebbene quest'ultimo in realtà racchiuda in sé molto più di “storia”: non è la sua traduzione letterale ma comprende i concetti di eredità, cultura e patrimonio che la storia stessa ci racconta. 

Analizziamo perciò i diversi significati e partiamo dal primo, che è l'eredità.

Per far ciò vi racconto una storia, che parte con un omonimia tra un uomo di scienza e un prodotto informatico. La storia comincia con Sir Isaac Newton (1642-1726), il quale un giorno, riposando sotto un melo, vide una mela cascargli in testa, fatto che gli fece intuire l’esistenza della forza di gravità. Passando ad un’epoca più moderna, nel 1993 Apple introdusse nel mercato un oggetto che si chiama proprio Newton, un oggetto che permetteva attraverso la sua penna di prendere appunti e che riconosceva la nostra scrittura trasformandola poi in una scrittura digitale; aveva anche un po’ di intelligenza artificiale perciò, facendo un esempio specifico, se gli si diceva “ Domani ho un pranzo con Stefano”, lui mi avrebbe proposto tutti gli Stefano presenti nella mia rubrica telefonica, mi avrebbe chiesto quale degli Stefano avrei voluto coinvolgere nel pranzo di domani e mi avrebbe domandato se l’appuntamento sarebbe stato al solito orario e al solito luogo in cui pranzo normalmente. Stiamo parlando del 1993. Avete idea di che cosa c’era nel 1993, da un punto di vista di oggetti simili sul mercato? Uno degli oggetti più evoluti che c’era sul mercato era un classico telefono cellulare Nokia e in pochi ce l'avevano. Guardando i due oggetti, si capisce quale sia il più evoluto però, nonostante ciò, Newton fu un fallimento mentre il Nokia no. Sapete cosa mancava a Newton? Gli mancava la capacità di telefonare, la capacità di collegarsi e questo è un elemento chiave che ha determinato la fine della sua epoca. C’è anche un altro elemento chiave però, ovvero il fatto che Newton era decisamente troppo in anticipo sui tempi e la gente quindi non lo capiva. Quando Apple ha introdotto l’Iphone, esteticamente simile a Newton, ha tratto grandissimo spunto dalla sua storia cercando di trarne un insegnamento affinché sembrasse che l’oggetto avesse un altro sapore e un altro contesto; dalla sua storia ha imparato perciò che certe sfide vanno comunque affrontate e ciò è dimostrato dal fatto che, nonostante abbia portato un telefono all’interno di quell’oggetto al fine di renderlo un oggetto di successo, ha comunque sfidato tutti quanti con capacità, forza, arroganza e convinzione. Quale è l’elemento chiave dell’Iphone quando è stato presentato? L’Iphone è stato accolto in maniera molto ambigua e strana perché non aveva tasti e ciò è stato uno shock per il mercato. Da quel giorno però è cambiato tutto e nulla è più uguale. La storia ha insegnato ad Apple come prendere un elemento, che magari non è di successo, e renderlo di successo guardandolo in maniera diversa e studiando la propria storia. 

Tornando alla parola Heritage, andiamo al secondo elemento citato prima nella traduzione, ovvero “cultura”. 

Cosa è che possiamo considerare storico? Quando una cosa diventa archeologia, storia, storia di un’azienda

Il 1456 è una data chiave in cui è successo qualcosa di importante, perciò si può dire che qualcosa che viene da quell’anno è qualcosa di storico? Sì, si può certamente dire che, essendo passati sufficienti anni, c’è della storia. Nel 1456 c’è stata la prima stampa della Bibbia di Gutenberg e prima di questo momento i libri venivano manoscritti, pertanto l’invenzione della tipografia è quindi da riportare a tale anno. 

Andando nel 1908, 500 anni dopo, si può comunque parlare di oggetto storico? In quest’anno è stata fatta la prima Ford model T, la prima automobile di massa ancora oggi presente nei musei; le automobili erano già state inventate ma comunemente non erano diffuse in quanto prima erano uno status symbol solo per ricchissimi. Quindi sì, si può parlare di storia. 

Andando ancora avanti di qualche anno, nel 1962, nasce il primo Personal Computer al mondo, inventato da Olivetti. I computer da quel tempo hanno fatto veramente passi da gigante, eppure anche questa è storia.

Ogni oggetto ed ogni mercato hanno quindi una storia e in alcuni casi questa è di centinaia di anni, mentre in altri può essere anche molto più giovane. Perché ciò? Perché l’informatica e il PC nascono proprio nel 1962, quindi la loro storia è incredibilmente ridotta rispetto a quella degli altri oggetti; inoltre i Personal Computer da quel momento ad oggi hanno avuto un’evoluzione pazzesca mentre, per esempio, le automobili sono progredite molto meno e non allo stesso modo in un lasso di tempo maggiore. 

Passando al 2007, lo considerereste storico un oggetto che viene da quell’anno? Questo è l’anno in cui è stato introdotto l’Iphone e gli smartphone non esistevano prima di questo momento. Anche questo è un oggetto che è andato nei musei perciò si può dire che, nella nostra vita, abbiamo già vissuto un pezzo di storia. 

Ma cosa c'entra questo con il tema della cultura aziendale? C’entra con il fatto che bisogna imparare dalla propria storia, dalla sua evoluzione e dagli errori; il concetto di semplificazione diventa parte della cultura aziendale e, visto che noi siamo un’azienda incredibilmente vicina ad Apple in quanto la rappresentiamo da un punto di vista B to B in Italia, abbiamo in qualche modo accolto questa tematica. Ecco quindi che nel nostro motto noi oggi abbiamo “MMN, semplici per te”. Fare una cosa semplice è complicatissimo, semplificare i processi è complicato, ma è comunque ciò a cui puntiamo.

Ultimo dei capitoli che la parola Heritage rappresenta è il Patrimonio

Quando si pensa alle aziende, il patrimonio equivale ai soldi e al quantificare economicamente qualcosa, anche se ciò non tiene conto di molte altre cose. La prima delle cose per il patrimonio riguarda i valori dell’azienda, che sono un elemento chiave che si porta dietro moltissimo della storia di questa azienda. 

Per esempio, se si considera la storia della Fiat 500 e si compara la versione attuale con la prima realizzata, analizzandone i dettagli, si noterà come ci sono un'infinità di elementi che la Fiat 500 ha recuperato dalla storia di Fiat negli anni. Questa macchina ha un successo incredibile a livello planetario, è una macchina che in America va a ruba (nonostante di solito lì si preferiscano macchine ben più grandi) e che è bellissima proprio perché si porta dietro storia. Ha una storia che vuole raccontare oggi in chiave moderna e questo fa la differenza nel contesto delle cose delle aziende. 

In Italia abbiamo una quantità incredibile di aziende che hanno una storia bellissima da raccontare, storia che farebbe la differenza se venisse raccontata nel mondo; purtroppo però noi abbiamo un grande difetto, ovvero quello di guardare sempre agli altri ma mai a noi stessi. Per esempio l’Olivetti P101, citato prima, è stato definito e celebrato come primo Personal Computer per la prima volta dagli americani; sono venuti in Italia i giornalisti di History Channel USA, trasmissione americana che parla di storia, per intervistare chi ha inventato l’Olivetti P101 e pubblicare un articolo e un video, sostenendo come fosse il primo PC di tutta la storia. E’ servito che venissero loro a dirlo a noi, che lo abbiamo creato. Il suggerimento che vi voglio dare è quindi “Guardate alla storia delle aziende italiane ed immaginatevi quello che avete fatto in questi giorni, provando a raccontare come loro dovrebbero raccontare la loro storia”. 

L’archivio storico dell’azienda fidelizza e coinvolge infatti dipendenti e clienti, permette ai manager di comprendere gli accadimenti come parte di un processo e non come frutto di pura casualità e crea valore, in quanto è prezioso per definire il futuro. L’archivio storico è quindi prezioso per il futuro: uno non fa una raccolta della propria storia solo perché vuole creare un museo, uno la fa perché vuole tutto questo. In ciò si inserisce la figura dello stakeholder, ovvero quel soggetto che ha un’influenza rispetto a ciò di cui stiamo parlando, rispetto ad esempio alla mia azienda. Quali sono questi soggetti? Mettendo al centro l’azienda, di solito ci sono sempre stakeholder interni e stakeholder esterni. 

Chi è che internamente decide le sorti dell’azienda e fa sì che l’azienda funzioni? Chi ci lavora, ovvero i dipendenti, il management e la proprietà: queste sono le tre categorie che influenzano quanto bene o male va l’azienda. Gli stakeholder esterni all’azienda sono invece i fornitori, i clienti e la società, intesa come quello che sta intorno all’azienda (governo, municipio, tutto ciò che non è definibile come clienti o fornitori). 

L’Heritage, comprendente la storia, la cultura e i valori dell’azienda, impatta quindi indistintamente su tutti i soggetti ed è questo l’elemento chiave che la distingue da History, in quanto ha un impatto incredibilmente vasto sia nei confronti delle aziende che di tutti gli stakeholder che ci sono nelle aziende. 

Come si fa quindi a raccontare il proprio Heritage? Attraverso la digitalizzazione, che è il modo attraverso cui in Italia e nel mondo possiamo rendere il nostro patrimonio storico conosciuto e rilevante per tutti gli Stakeholder. 

La digitalizzazione è quindi l’elemento chiave di tutto questo discorso.