Tre Moschettieri e un Coccodrillo
Lacoste compie 90 anni
Aramis, Athos, Porthos e D’Artagnan chi sono? Per boomer e generazioni precedenti questa era una domanda facile. Tutti sapevano che questi erano i nomi dei quattro moschettieri del re, personaggi mitici e avventurosi, nati dalla fertile immaginazione di Alexandre Dumas. Fino agli anni 70 non c’era festa di carnevale dove non si trovasse un bambino con baffetti, cappello con la piuma e fioretto di plastica, pronto a colpire il primo adulto antipatico che gli capitava a tiro. Poi sono arrivati Spider Man, Batman e Superman e forse un po’ di poesia s’è persa, ma questa è un’altra storia.
Ancora meno persone sanno che, verso la fine del primo quarto del Novecento la Francia fu infiammata da altri quattro moschettieri, capaci di far sognare generazioni di giovani transalpini, come i loro antenati spadaccini. I loro nomi sono: Jacques Brugnon, Henri Cochet, Jean Borotra e René Lacoste. Insieme formarono una delle nazionali di tennis più forti di tutti i tempi. Nel 1927 i quattro paladini di Francia sconfissero nella finale di Coppa Davis gli Stati Uniti, interrompendo una serie di sette vittorie consecutive e portando per la prima volta nella storia l’’Insalatiera’ a Parigi. I quattro moschettieri dominarono la manifestazione per i successivi sei anni, entrando a pieno titolo nella storia di questo magnifico sport.
Oggi, i loro nomi sono per lo più dimenticati. Ad eccezione di uno, che si dimostrò fuoriclasse non solo nello sport ma anche nella vita. Naturalmente, stiamo parlando di René Lacoste, ‘il Coccodrillo’, che l’anno successivo all’ultimo trionfo in Coppa Davis di quella squadra, fondò l’azienda che avrebbe rivoluzionato l’abbigliamento sportivo (prima), e quello casual (poi), grazie all’invenzione e alla diffusione planetaria della camicia polo.
Lacoste è anche nota come la casa del coccodrillo, per il simbolo che campeggia, inconfondibile, sul lato sinistro dei suoi capi. La storia del marchio, probabilmente uno dei più contraffatti di tutta la storia della moda, è singolare come il suo aspetto. Come ricorda Gianni Clerici in un suo articolo, lo stesso Lacoste non perdeva occasione per raccontarla: «Il soprannome mi venne dato dai miei compagni di squadra. A Boston, dove ci trovavamo per affrontare l’Australia in una semifinale di Coppa Davis, mi accadeva ogni giorno di passare di fronte ad un negozio chic, che esponeva una borsa in pelle di coccodrillo, adatta a contenere le mie racchette. La mia ammirazione per la borsa suscitò il divertimento generale, tanto che Pierre Gillou, il nostro capitano, mi promise che, se avessi vinto i miei due singolari, me l'avrebbe regalata. L'immagine del coccodrillo divenne un simbolo fortunato, tanto che lo feci ricamare sui blazer bianchi da tennis e, in seguito, sulle camicette”.
A celebrazione dei suoi 90 anni, Lacoste ha lanciato una collezione speciale che comprende una varietà di capi d'abbigliamento e accessori, tra cui camicie polo, felpe, giacche e zaini, tutti con un design unico realizzato per questa occasione speciale.
I 90 anni di Lacoste rappresentano un traguardo importante per l'azienda e per i suoi appassionati. Con una lunga storia di successi e innovazioni, Lacoste si è guadagnata un posto di rilievo nell'industria della moda e continua a essere un marchio di riferimento per chi cerca capi d'abbigliamento di qualità e stile senza tempo.
Un successo fondato sulla tradizione e sulla capacità di innovazione, come è tipico delle storie imprenditoriali che piacciono a Made In Heritage. Una storia coerente con la vocazione del fondatore, moschettiere e coccodrillo, signore della volèe e maestro di stile.
Chapeau, Monsieur le Crocodile.
Per saperne di più: https://www.lacoste.com/it/lacoste-heritage.html