Gianluca Riato
Nostalgico tecnologico
Gianluca Riato | Nostalgic IT Manager
Ciao a tutti, sono Gianluca Riato, nato nell’agosto del 1971 sotto il segno del Leone, chiacchierone, orgoglioso e onesto, probabilmente un po’ testardo, ma in fondo disponibile.
La mia avventura nel mondo dell'informatica è iniziata tra i banchi dell'ITIS Primo Levi a Mirano. Dopo la leva obbligatoria, mi sono immerso nel settore informatico degli anni '90, formandomi da subito come tecnico Apple. Posso dire con orgoglio di aver frequentato il primo corso Apple System 7.5!
In genere mi piace sporcare le mani con lavori manuali, un po' come il mitico Bob Aggiustatutto. La tecnologia, sia digitale che analogica, mi incuriosisce sempre: amo capire come funzionano le cose. Ecco perché è facile vedermi smontare un computer o riparare un vecchio mixer da concerto. Sì, sono uno di quelli che ha posseduto motociclette e autovetture sportive elaborate in casa.
Appassionato di informatica, sono nato nell'epoca dell'elettronica e dei primi personal computer. Per intendersi, sono tra quelli che negli anni ‘80 possedevano un computer Commodore, a scuola usava l'Olivetti M24 e programmava in Assembler su 8086, ma già nei primi anni ‘90 usava un Apple al lavoro. Ho potuto usare i sistemi di salvataggio pionieristici e avventurosi: l'audiocassetta, il floppy disk, l'hard disk da 5,25", il datapack, lo zip100.
Oggi, ricopro il ruolo di IT Manager presso mind@ware, dove sono referente dello staff tecnico IT. In questa veste mi occupo di monitoraggio dei sistemi informatici, analisi e proposte di soluzioni tecnologiche, assistenza tecnica e supporto al cliente. Nel progetto Made In Heritage seguo il supporto hardware alle Time Machine e alla MIHA Box, con la relativa installazione presso i clienti, gestisco il monitoraggio dei dispositivi e dello storage, con particolare attenzione alla sicurezza e operatività dei sistemi.
Credo sia necessario poter dare visibilità e importanza agli archivi storici che rischiano di essere sommersi dalla polvere. Si tratti di libri o manufatti trovo stimolante pensare come si possa rendere digitale e veloce la loro acquisizione e permettere a tutti di accedere alle informazioni convertite alla dimensione digitale. In un certo senso mi piacerebbe trasmettere ai giovani la mia piccola "cultura", che dal mondo quasi solo analogico in cui sono nato, è arrivata all’odierno mondo quasi solo digitale.
Da piccoli non avevamo nemmeno il telefono a disco e ancora mi stupisce sempre un po’ l'attuale realtà in cui sembra non si possa vivere senza uno smartphone. Ripenso allora a quando ero bambino e ci si trovava alle 16 a giocare in stradina; non avevamo nemmeno l'orologio. Ora senza Whatsapp non si organizza una pizza. Ma ve l’avevo detto che sono un nostalgico anche se tecnologico…